Consigli di settembre per le piante in vaso: gerani, ficus, surfinie

A fine estate e al rientro dalle vacanze dobbiamo prestare attenzione alle piante in vaso in balcone o in terrazzo, che hanno patito caldo e sete durante l’estate, elargendo comunque una bella fioritura. Tutte le specie da vaso adesso hanno bisogno di una spinta per ritrovare il rigoglio vegetativo che presentavano a giugno. Le piante in vaso e in cassetta hanno bisogno di una sferzata di energia per riprendere a vegetare e fiorire con forza, in particolare le specie più comuni: gerani, petunie, surfinie.

Attenzione ai parassiti. Queste piante nella seconda parte dell’estate sono esposte ad attacchi di funghi che riconosciamo per la comparsa di una caratteristica inconfondibile: la vegetazione diventa appiccicosa, inizia a catturare polvere e sporco. Al primo segno di attacco impiegare un fungicida sia sulla vegetazione, sia sotto, alzando le foglie ricadente.

Potatura e concimazione. Le piante ancora in buono stato possono essere accorciate da 1/3 a 1/2 della loro lunghezza, tagliando sotto un paio di foglie per favorire l’emissione di nuovi tralci laterali e rinfoltirle. I pelargoni hanno bisogno di fertilizzazione, con un composto per piante fiorite e di nuovo terriccio perchè il livello nei vasi è sceso di diversi centimetri. Accorciare i rami fuori forma e ridefinite i tagli di quelli spezzati dal vento senza eseguire però una potatura vera e propria, che nei gerani è sempre primaverile.

Cure di settembre per il ficus benjamin: è una pianta resistente, richiede poche cure e cresce velocemente. Per mantenere la pianta folta e compatta adesso deve essere sottoposta a qualche intervento di potatura, che deve eessere “mirata” alla chioma. Effettuare inoltre un eventuale cambio di vaso e un controllo sanitario (tra settembre e ottobre). Questo si esegue eliminando tutte le parti secche che spesso si sviluppano all’interno. Una volta eliminato il secco, se la chioma è troppo sviluppata rispetto al vaso o alle dimensioni della stanza dove sarà ospitata, si esegue una potatura di contenimento. Questa operazione deve essere eseguita con la tecnica del taglio di ritorno (non si devono mai cimare gli apici), come regola non bisogna asportare mai più del 30% della vegetazione di tutta la pianta. Attenzione però durante la potatura emette in prossimità del taglio delle secrezioni di lattice: questa sostanza bianca e appiccicosa è irritante se viene a contatto con la pelle, ma è comunque facilmente asportabile con acqua e sapone. Il ficus deve essere rinvasato ogni 3 anni (in aprile o in maggio). Se è già nel vaso definitivo e non si desidera una crescita più grande, va solo rinnovata la parte superficiale del terriccio. La pianta va concimata da aprile ad ottobre.

I lavori in giardino ad inizio primavera. Ricordiamoci di…

Promemoria veloce per: prato, ortensie, gerani, piante aromatiche e rinvaso/spostamente di piante in vaso.

In marzo ultimare gli interventi di potatura su alberi, arbusti a foglia caduca e rosai. L’ortensia va potata, tagliando i getti che hanno portato i fiori dell’anno precedente, a 2/3 coppie di gemme dalla base. Nel frutteto terminare le potature di produzione e di allevamento su actinidia (kiwi). Distribuire la pacciamatura per le fragole, che impedirà la crescita delle erbacee e manterrà fresche le radici. E’ il momento dei trattamenti protettivi nel frutteto, evitando le piante già in fiore. Si pulisce il sottochioma e si rinnova la pacciamatura. Rinvasare le piante da interni che ne hanno la necessità. E’ ora di fare la trasemina del prato già esistente ma danneggiato seminando a spaglio qualche manciata di semente, mista a sabbia e terriccio poroso. Moltiplicare le aromatiche per divisione del cespo: maggiorana, melissa, menta, dragoncello, erba cipollina. Con il favore del clima mite in giardino si può piantare di tutto.

In questo periodo è possibile rinvasare con successo le piante d’appartamento. L’operazione è da farsi per le piante che hanno radici che fuoriescono dal foro di scolo e quelle in cui le radici hanno riempito tutto il contenitore. Il rinvaso di solito viene eseguito ogni due anni. Dopo questo periodo il terriccio presente nei vasi perde le sue caratteristiche strutturali: le annaffiature dilavano il terreno degli elementi nutritivi. Al momento del rinvaso è necessario avere a disposizione del substrato fresco, che può essere terriccio universale già pronto, oppure miscuglio miscelato tra terriccio universale, sabbia e torba. Rimuovere se possibile il vecchio terriccio e asportare le parti dell’apparato radicale secche o malate. Inserire la pianta alla stessa profondità cui era posta in precedenza e, con una leggera pressione, far penetrare il terreno negli spazi tra le radici. Dopo aver riempito il vaso, scuotetelo un paio di volte per permettere a eventuali sacche di aria di colmarsi di terra. Dopo il rinvaso non fertilizzare per almeno 5/6 mesi.
Quando il pericolo delle gelate è definitivamente cessato, potete portare le piante all’aperto. E’ comunque consigliabile un certo periodo di acclimazione prima di esporle definitivamente fuori casa: i danni dal gelo, anche tardivo, possono compromettere la successiva fioritura delle piante.

In primavera il geranio riprende a vegetare vigorosamente e una corretta nutrizione in questa delicata fase è fondamentale per favorire uno sviluppo rigoglioso della pianta e prolungare la produzione dei fiori. Dalla ripresa vegetativa e per tutta la stagione fertilizzare con una soluzione di un concime completo ricco di potassio e fosforo. In primavera effettuare la concimazione ogni 15/20 giorni per ripristinare la fertilità ottimale del terreno e stimolare una nuova stagione di crescita rigogliosa. In estate, durante la piena fioritura, quando il pelargone è sottoposta al massimo sforzo, effettuare una concimazione settimanale per rispondere all’aumentata richiesta di elementi nutritivi della pianta. La frequenza delle concimazioni si riduce nel periodo autunno/inverno a 1-2 interventi al mese.

Fine di febbraio: rinvasare le piante in vaso, concimare, piantare

Rinvasare e piantare

Verso la fine del mese rinvasiamo le piante dando loro un contenitore un poco più grande, utilizzando una buona terra, setacciata e ricca, e poi annaffiamo abbondantemente la pianta dopo il rinvaso. Prima provvediamo ad un’adeguata pulizia dei vasi prima di utilizzarli, lavandoli, spazzandoli e disinfettandoli.

In questo periodo bisogna cambiare il vaso all’anthurium: ogni 2 anni (massimo 3) bisogna cambiare il vaso alla pianta (di origine tropicale) e questo è il periodo ideale. Per farlo anzitutto estraete la pianta dal vaso: capovolgete il suo contenitore e tirate fuori la pianta delicatamente dalla base delle foglie, con tutta la zolla. A questo punto eliminate quanto più terriccio vecchio possibile, per poi disporre la pianta in un nuovo vaso, che deve essere di una misura più grande rispetto a quella precedente, e deve contenere terriccio nuovo e di buona qualità. Bagnare bene, e collocare la pianta in una stanza luminosa, ma al riparo dai raggi diretti del sole.

Appena notiamo il risveglio vegetativo dell’ibisco si può rinvasarlo dandogli un contenitore un poco più grande e nuova terra.
La stella di Natale ha oramai perso le sue brattee colorate a causa del clima caldo e secco della casa. Tagliamola di 1/3 e mettiamola a riposo in un ambiente fresco, annaffiandola poco alla volta fino a primavera. Con la bella stagione andrà messa all’aperto, all’ombra di una pianta perché si sviluppi e giunga in piena forma al prossimo Natale.
Anche le cacatacee richiedono di essere rinvasate mediamente ogni 2/3 anni. Usiamo dei guanti per questa operazione, scegliamo un vaso appena più grande riempito con terriccio adatto per cacatacee.

L’anthurium ama gli ambienti costantemente caldi e umidi. Mal sopporta gli spifferi d’aria e gli sbalzi di temperatura. Le foglie vanno pulite con uno straccio morbido bagnato d’acqua. A questa pianta può essere utile anche sorreggere i suoi fiori con tutori, evitando così che il loro peso non pieghi e non indebolisca lo stelo.

Cosa piantare in febbraio

Verso la fine del mese, quando il freddo intenso è oramai alle spalle, possiamo mettere a dimora alcuni rampicanti come il pisello odoroso, il convolvolo, la clematide, ma anche arbusti quali la forsizia. Piantiamo nuovi arbusti e piante, e prepariamo le nuove aiuole. In un punto riparato del balcone seminiamo i piselli odorosi in più vasi in cui manterremo il terreno umido. A marzo, quando le piantine saranno ben sviluppate, si trapianteranno nella posizione desiderata, al sole

Verso la fine di febbraio potete seminare i gerani: basta riempire un contenitore alto 6/7cm con un miscuglio di torba e sabbia. Spargetevi sopra i semi, coprite il terreno e tenetelo umido, ma non all’aperto bensì in un luogo riparato e caldo. Le piantine dovranno essere trapiantate quando avranno 3 o 4 foglie. Le piantine di geranio devono essere trapiantate una seconda volta, nel vaso definitivo, ad aprile.

Nelle regioni del centro/sud Italia, a clima più mite, o nelle zone costiere, verso la fine del mese si può già provvedere alla potatura dei cespugli a fioritura autunnale, ma è importante – prima di intervenire – aspettare che sia terminato il periodo delle gelate notturne, perché una potatura anticipata potrebbe creare seri danni all’arbusto. Gli arbusti da potare in questo periodo sono quelli che fioriscono sul legno dell’anno corrente. Questi arbusti , se non potati, crescono irregolarmente e producono fioriture scadenti. Se potati in febbraio/marzo, invece produrranno in primavera abbondanti fioriture. Ricordarsi che gli arbusti che fioriscono in primavera (siringa, forsytia, kenzia japonica, berberis e wigelia) devono essere potati dopo la fioritura primaverile. Tutte queste piante portano le gemme a fiore sui rami dell’anno precedente e quindi una potatura in questo periodo ridurrebbe la quantità dei fiori.

Potiamo la clematide: tutti i germogli di questa pianta devono essere potati prima della primavera, a circa 30 cm dal suolo, per ridurre il ringiovanimento e consentire una migliore ramificazione. Potiamo le vecchie piante, zappettiamo il terreno. Potiamo le rose: la potatura a fine inverno è fondamentale per lo sviluppo corretto delle piante e per ottenere un’abbondante fioritura. Tagliamo tutti i rami secchi o danneggiati dai parassiti, e limitiamo la lunghezza dei rami più lunghi in modo da consentire alla pianta di svilupparsi in larghezza.
Rastrelliamo il prato con cura, prepariamo il nuovo prato, e combattiamo il muschio e le infestanti.

Consigli di maggio per gerani, azalee, peonie e piante grasse

Per mantenere rigogliosa la fioritura dei gerani il loro terriccio non deve mai essere completamente secco, altrimenti appassiranno. Ora concimateli ogni 15 giorni. Il fertilizzante più facile da utilizzare è quello liquido: basta scioglierlo nell’acqua delle innaffiature, per la quantità usatene meno delle dosi consigliate sull’etichetta del flacone, e non dimenticate di togliere le foglie secche dei fiori. (vedi altre schede specifiche sui gerani)

In questa stagione le azalee hanno bisogno di essere concimate, una volta alla settimana, con un fertilizzante liquido per piante da fiore sciolto nell’acqua delle innaffiature. Passata la fioritura, continuate a concimare ogni 2 settimane, e smettete a metà estate. Sempre dopo la fioritura, se la pianta ha un aspetto disordinato allora potatela tagliando i rami storti o disordinati.

Adesso che le temperature hanno ripreso a salire è il momento di riportare all’aperto le piante grasse e di tornare ad innaffiarle. Meglio procedere per gradi: non bisogna esporle alla luce all’improvviso (potrebbe nuocere alla ripresa vegetativa). Consiglio di ombreggiare – per una decina di giorni – creando una specie di tettoia (ad esempio con del tessuto non tessuto) così potranno prendere la luce su tutti i lati. Annaffiarle una volta alla settimana, e a partire dalla terza bagnatura dare un concime specifico per piante grasse diluito nell’acqua.

Maggio è anche il mese per mettere le nostre peonie sul balcone (ma non troppo al sole). Le più adatte alla coltivazione in vaso sono le peonie arbore, che crescono lentamente e hanno un apparato radicale meno sviluppato. Le peonie erbacee, invece, che seccano e muoiono ogni autunno per rifiorire a primavera successiva nel vaso si sentono strette. Bisogna collocarle in un angolo non troppo soleggiato del balcone e innaffiarle due volte alla settimana badando però che il terreno non sia troppo bagnato. Una volta al mese mettere del concime a basso contenuto di azoto: questo stimola la produzione di foglie e non di fiori. Rinvaserete il prossimo anno. Le peonie richiedono vasi grandi, del diametro di almeno 40 centimetri, e prediligono i climi continentali, cioè quelli con estati calde e inverni rigidi. In Italia perciò crescono bene sopratutto nelle regioni settentrionali.

La guida completa di ottobre per le nostre piante

Arriva l’autunno, ricordiamoci di fare queste operazioni per le piante di casa e del nostro giardino

In casa, rallentiamo le annaffiature alle piante ornamentali e togliere eventuali reti di ombreggiamento. A metà mese, se sono fuori, riportare in casa. Non annaffiare più gli amarillis che devono andare in riposo. Metterli in una cantina fredda ed asciutta con tutto il vaso. Lasciare ancora in un luogo freddo e buio caraffe e ciotole con bulbi. In terrazzo sospendere le annaffiature alle begonie tuberose e toglierle di terra entro il fine mese. Seminare piselli odorosi in terriccio arricchito con letame ben macerato. Riparare dalla pioggia i gerani in attesa di ricoverarli in casa o in cantina. In giardino fare le ultime piantagioni dei bulbi a fioritura primaverile, a profondità doppia della loro grandezza. Togliere di terra i bulbi di cladioli, farli asciugare e ripulirli della terra, dei bulbetti e degli steli. Lavorare il terreno destinato alla semina del prato in primavera. Stendere sui crisantemi dei teli di plastica per ripararli dalla pioggia, ed assicurarli ai sostegni.

Ripristinare fossati e scoli per agevolare lo smaltimento dell’acqua nella stagione piovosa. Si predispongono i tunnel protettivi per l’orto, per la produzione anche in inverno di alcuni ortaggi da foglie, e per le piante ornamentali più delicate.

Si fanno margotte di sempreverdi e di arbusti da fiore come le rose, per le quali è meglio attendere che il colore dei rami passi dal verde al bruno. Togliere i germogli più deboli dai crisantemi in vaso e portarli al riparo per l’ingrossamento dei boccioli. Ridurre la frequenza dei tagli del prato e della annaffiature. Nel frutteto, termina la raccolta della frutta (in particolare mele e pere), anche se non del tutto matura: si farà maturare in fruttaia. Verso la metà di ottobre, nei climi più freddi, cominciare a ricoverare gli agrumi coltivati in conche e mastelli. Anche nel frutteto dopo aver raccolto l’ultima una e le nespole, si procedere alla lavorazione del terreno effettuando la concimazione e distribuendo la pacciamatura. Impiantare tunnel protettivi per l’orto, in particolare per la produzione di ortaggi da foglia. Verso la fine di ottobre si comincia la raccolta delle castagne. Anche per le olive è il momento della raccolta, prima che siano del tutto mature.

Si mettono a dimora all’aperto le biennali da fiore, i rosai, le ortensie, gli arbusti, i bulbi a fioritura precoce e primaverile. Si estirpano i bulbi a fioritura estiva e una volta asciutti e puliti dalla terra si ripongono in cassette al fresco e al buio. Si moltiplicano per talea i sempreverdi e gli arbusti di rosa. Verso la metà del mese preparare le buche per i nuovi impianti di rosai, avendo cura di correggere il terreno se necessario con l’aggiunta di letame. Trasferire gli agrumi in vasi negli ambienti riparati dove trascorreranno la stagione fredda.

Termina ora il periodo di taglio del prato che prima del freddo andrà ripulito dalle foglie secche. Verso la fine del mese quando le piante da frutto hanno perso le foglie per almeno i 2/3 si può procedere con un primo trattamento a base di rame.