Come fare il rinvaso

E’ una delle pratiche colturali più importanti per le nostre piante. Vediamo quando va fatto e quali errori bisogna evitare.

L’a b c del rinvaso. Il rinvaso delle piante ornamentali come ficus, filodendri, dracee e altri: se tra le vostre piante ce n’è qualcuna che deve essere rinvasata e sistemata in un vaso un po’ più grande questo è il momento di procedere. In questo periodo possono essere fatte ancora con successo margotte e propaggini, e se nel caso rinvasare anche le piante grasse.

La sostituzione del contenitore è necessaria quando le piante sono molto cresciute, e il vaso sta stretto. Il nuovo vaso non deve mai essere molto più grande del precedente. 2 cm di diametro bastano, perchè troppa terra darebbe la possibilità alle radici di svilupparsi a discapito della parte aerea. Alla base del nuovo vaso mettere uno strato di argilla espansa o ghiaino, poi uno strato di terriccio; appoggiarci sopra la zolla e sistemare le radici aggiungendo quindi altro terriccio con le mani affinchè non restino spazi vuoti fino a 3/4 cm dall’orlo. Innaffiate abbondantemente.

Il rinvaso permette alle radici non solo di avere un maggiore spazio per svilupparsi, ma anche di beneficiare degli apporti nutrizionali e della migliore struttura del nuovo terriccio.

Quando fare un rinvaso: si rende necessario anche quando il terriccio in superficie presenta delle tracce biancastre, causato dal progressivo deposito del calcare presente nell’acqua. In questo caso la pianta non necessita di un vaso più grande poichè è sufficiente sostituire il vecchio vaso con un vaso pulito e aggiungere terriccio fresco e fertile. Si rinvasa la pianta in un contenitore che abbia un diametro di 2 centimetri più grande di quello precedente.

E’ opportuno non utilizzare vasi più grandi di tali dimensioni per evitare che la terra trattenga l’acqua danneggiando l’apparato radicale. I vasi devono avere il foro di drenaggio, che consente all’acqua eccedente della bagnatura di fuoriuscire rapidamente. Ricordiamoci che aprile e maggio sono i mesi adatti per dei rinvasi, dei trapianti, delle semine.

La scelta del terriccio
attrezzi-da-giardino-300x137 Come fare il rinvaso Per ottenere i risultati migliori è necessario ricorrere alle materie prime migliori. La scelta del terriccio è essenziale. La qualità delle materie prime e il mix della composizione sono i segreti del terriccio, a partire dalle torbe più pregiate, che risultano nutrienti ma soffici e penetrabili, e per aumentare la capacità di drenaggio, perlite, granuli di roccia espansa, che alleggeriscono la struttura del prodotto, come per esempio il terricci professionale di qualità vip (ma ce ne sono tante altre qualità). Quindi approfittiamo di questi giorni per trapiantare e rinvasare le nostre piante, avendo cura di spendere qualche euro in più per un terriccio di qualità, in modo da avere i migliori risultati. Anche avere gli attrezzi giusti per fare queste operazioni ci agevolerà nel rinvaso, nel trapianto. Ideale quindi è avere a portata di mano: paletta, rastrellino e scuotiterra.

Come fare il rinvaso: porre sul fondo uno strato di ghiaia e argilla espansa e uno strato del nuovo terriccio precedentemente inumidito. Reclinare di lato il vaso e batterlo in modo che il pane di terra si stacchi dalle pareti, quindi afferrare la base della pianta ed estrarla delicatamente. Se questa operazione non sortisse alcun effetto occorrerà rompere il vaso vecchio piuttosto che danneggiare la pianta e le sue radici. Eliminare le radici morte e quelle orientate a spirale con un coltello affilato. Appoggiare la pianta nel vaso più grande precedentemente preparato e tenendola ben dritta in posizione corretta. Riempire con il nuovo terriccio tutto intorno, prendendo con la mano fino a ricoprire appena il colletto.

Al termine del rinvaso, tenere quindi la pianta sotto osservazione e in ombra senza bagnarlo per 3 giorni. Al termine di questo periodo è consigliabile interrare le pastiglie di nutrimento (come per esempio il baysol nutrimento per piante verdi o per piante da fiore) e annaffiare.

Quando rinvasate utilizzate terriccio nuovo: se è vecchio non avrà la sostanza nutriente necessaria alla buona crescita della pianta. Il rinvaso è una delle pratiche più importanti per le nostre piante in appartamento o in terrazzo: un terriccio scadente puo’ non solo non giovare alla pianta ma essere la causa del deperimento ed anche della morte della stessa. Da evitare la comune terra da giardino, inadatta e spesso infestata da larve e uova. In seguito concimare ed annaffiare, tenendo sotto osservazione e in ombra.

Come rinvasare le piante grasse (succulente)
La primavera è il periodo dell’anno più adatto per trasferire piantine, solitamente commercializzate in vasetti troppo piccoli.

Si possono travasare nei vasi definitivi utilizzando terriccio specifico per le piante grasse. Anche le più grosse possono essere trasferite adesso, l’importante è tenere presente che le piante (soprattutto le cacatacee) radicano lentamente, pertanto i rinvasi troppo frequenti potrebbero risultare nocivi.

E’ un’operazione poco frequente ma è necessaria quando le radici fuoriescono dal contenitore, sproporzionato alla vegetazione, e rischia di rovesciarsi.

La rosa, la regina dei fiori. Come far fiorire le rose

Il genere rosa comprende oltre 250 specie e varietà spontanee, con innumerevoli ibridi coltivati. Tra questi ultimi vi sono le rose HT, derivate dalle rose antiche o vecchie, del gruppo tea. Il portamento naturale è arbustivo, cespuglioso, con forme e altezze diverse a seconda delle specie e delle varietà. Esistono specie nane, ad alberello, piangenti. I fiori possono essere semplici, semi doppi o doppi, rifiorenti o meno, in base alla specie o alla varietà. Altre caratteristiche sono le dimensioni, la forma e il profumo. Le rose in genere sono piante piuttosto facili da curare. Alcune varietà a sviluppo ridotto possono essere coltivate in vaso, in fioriera, in balcone e sui terrazzi ma non sono piante da coltivare in casa perchè la luce non è sufficiente (possono resistere al chiuso per un paio di settimane, poi bisogna portare il vaso fuori). E’ pianta d’eccellenza da regalare per san valentino o per abbellire bouquet per matrimoni (vedi realizzazioni di fornitori per fioristi per matrimoni)

Consigli: le rose preferiscono terreni ben drenati, fertili, freschi e argillosi, moderatamente calcarei. Quelli troppo compatti vanno evitati o corretti. Nelle zone a clima freddo è consigliabile metter (piantare) le piante a fine inverno/inizio primavera o quando il clima rigido si protrae. Le rose vanno piantate ad una distanza di 70cm per la varietà a cespuglio, 40 cm per le varietà in miniatura e circa 1 metro per le piante ad alberello. Preferiscono posizioni soleggiate (ad eccezione per alcune che crescono anche a mezz’ombra). Tutte le specie sono in genere rustiche, e possono sopportare sia temperature basse d’inverno, sia molto alte d’estate. Le rose vanno annaffiate abbondantemente soprattutto in primavera ed estate. Asportare i rami secchi o ammalati per evitare che la chioma diventi troppo compatta (potare sempre in corrispondenza di una gemma rivolta verso l’esterno)

Come far fiorire le rose sul balcone
Teniamole al sole. Le rose si adattano bene anche alla coltivazione in vaso, quindi potete tranquillamente tenerle sul balcone. Sono però due i requisiti necessari: il vaso deve essere profondo almeno 35cm, e la posizione deve essere la più soleggiata possibile.

Se si ha un balcone all’ombra o in mezz’ombra allora la rosa soffrirà e diventerà una facile preda dei parassiti. Per le rose, vento e sole sono la migliore difesa dai parassiti.

Cura e consigli: innaffiare regolarmente evitando ristagni nel sottovaso, e fino a giugno concimare una volta ogni 2 settimane con un fertilizzante per piante da fiore. Sospendere la concimazione quando arriva il caldo.

Nasturzio, rampicante ideale per dislivelli

Il nasturzio tropaeolum è una pianta perenne, semplice da coltivare, che in zone ad inverni rigidi è coltivata come annuale. Ha un portamento rampicante, non possiede viticci ma ha la capacità di avvolgersi attorno a supporti. I nasturzi possono essere utilizzati per le bordure in prossimità di dislivelli, gradinate, muretti oppure in cesti pensili. Esistono varietà di 25 cm adatte a coltivazioni in vaso chiamate tomthumb. I colori variano nei toni dell’arancione. I nasturzi fioriscono dalla primavera a fine estate, producendo numerosi fiori profumati.

Consigli: staccare i fiori appassiti per prolungare la fioritura. Dopo aver fiorito, i nasturzi formano gruppi di 3 semi: appena diventano verdi si possono raccogliere e farli asciugare in una busta di carta, per conservarli e seminarli successivamente. La pianta predilige terriccio sciolto, drenato e non troppo ricco di sostanze organiche. Un’eccessiva quantità di humus produce foglie molto grandi e pochi fiori. Un terriccio troppo secco e sabbioso rende la pianta spoglia alla base. Evitare pieno sole, specie dove l’estate è calda. In questo caso tagliare le piante anche rasoterra: spunterà nuovo fogliame in autunno, accompagnato da ulteriore fioritura (anche se meno abbondante di quella primaverile).

L’irrigazione è necessaria solo nei climi caldi, dalla primavera inoltrata in poi. Il nasturzio in vaso va irrigato con una maggiore frequenza. Concimare utilizzando un concime liquido per piante fiorite, sciolto nell’acqua delle innaffiature. Nel caso si verifico un calo del numero e delle dimensioni delle foglie somministrare concime organico con azoto una volta ogni 30 giorni.

Seminare i nasturzi. Se vogliamo che già dal mese di giugno fioriscano le piantine di nasturzio, pensiamo a seminarli fin dal mese di febbraio. Suggerimenti:

  • Scegliamo delle varietà nane, adatte ai nostri vasi, e con un buon terriccio da semina.
  • Mettiamo i vasi in posizione riparata e luminosa, all’aperto, proteggendoli con un foglio di plastica trasparente.
  • Quando le piantine saranno in grado di poter essere maneggiate, sistemiamole nei vasi defintivi, come base di piante più grandi o da soli, in cassette per creare una bordura

nasturzi Nasturzio, rampicante ideale per dislivelli

Ellebori, fiori in inverno

Se mettiamo a dimora alcune piante di helleborus niger potremo godere di una terrazza sempreverde e una continua fioritura durante l’inverno.

Cura e mantenimento: queste piante  non hanno grandi pretese, non necessitano di un ambiente particolarmente soleggiato, stanno bene anche all’ombra e richiedono un terreno fertile, ben drenato, neutro o leggermente alcalino. Nelle regioni con inverni molto rigidi può essere opportuno proteggere i boccioli dell’Helleborus niger con dei fogli trasparenti.

Gennaio è il mese degli ellebori, che non temono il freddo. Facili da coltivare, incuranti del freddo o della neve, in procinto di fiorire in questi giorni. Le corolle variano dal colore bianco al verde acido, dal rosa al viola. Decorano il terrazzo quando non c’è nulla di fiorito. Per la coltivazione in vaso bisogna usare contenitori profondi perchè le radici di queste piante sono lunghe. Vanno tenuti a mezz’ombra e riparati dal vento. La loro bellezza si dissolve in privamera inoltrata: cadono i fiori ma rimangono le foglie. L’inverno successivo rinasceranno.

Non temono il freddo ma non amano i trapianti e gli spostamenti. Se lasciati indisturbati tendono a riprodursi facilmente. I fiori sono grandi e vistosi. Se abbiamo coltivato degli ellebori sul balcone possiamo utilizzarli per creare un bel centro tavola perchè resistono a lungo una volta recisi.

Consigli: immergiamo una spugna in acqua a cui abbiamo aggiunto una bustina per fiori recisi e lasciamola inzuppare bene. In una ciotola di 15/20 cm di diametro sistemiamo la spugna, inseriamo dei rametti di agrifoglio facile da trovare nei giardini, qualche spiga di campo e gli ellebori: costo zero e affetto assicurato!

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Consigli di dicembre per helleborus (la rosa di Natale): Sboccia adesso: è una pianta tanto bella nelle sue fioriture precoci, quanto tossica (sia nelle radici, sia nel rizoma). E’ più prudente lavarsi sempre le mani dopo averla toccata.

Le cure invernali: gli ellebori amano terreni profondi e ricchi di humus, con un buon PH alcalino, a cui è opportuno aggiungere sali minerali in autunno mediante l’apporto di letame o di concime in granuli. Nonostante siano piante che amano l’umidità (e ne hanno bisogno per svilupparsi), nel periodo invernale bisogna sempre fare attenzione che il terreno sia ben drenato pena il marciume del rizoma, e la conseguente morte della pianta. Se invece la stagione è asciutta, bisognerà avere cura di mantenere artificialmente l’umidità. Un buon sistema è utilizzare una ricca pacciamatura, realizzata con materiali organici come la corteccia, l’erba essiccata o la paglia. Questo sistema arricchirà il terreno e manterrà costante l’umidità.

Ficus beniamino / benjamin

Presentazione: il ficus benjamin è una delle più diffuse piante d’appartamento, perchè si adatta ai diversi ambienti domestici. Ha foglie lunghe e ovali, di verde scuro brillante, che si assottigliano verso lo stelo arcuato. Pianta ornamentale e facile da coltivare, è molto diffuso in appartamento. Nei luoghi di origine si presenta come pianta di grande sviluppo, così come in condizioni ottimali di crescita anche nei nostri spazi interni può raggiungere in breve tempo grandi dimensioni, tali da imporre un ridimensionamento della chioma mediante interventi di potatura.

Consigli: come tutte le varietà  simili, il beniamino ama la luce intensa ma indiretta: bisogna garantire una temperatura tra i 18 e i 24 gradi. Se i livelli sono più alti occorre un’adeguata ventilazione evitando correnti d’aria. Annaffiare con molta cura, lasciando asciugare la superficie del terriccio tra una bagnatura e l’altra. Irrorare poco durante la stagione invernale, utilizzando acqua tiepida. Questa varietà  ha bisogno di umidità  per evitare la caduta delle foglie. L’esemplare adulto va concimato ogni due settimane, in primavera e in estate, con un fertilizzante liquido. Non concimare per sei mesi le piante appena acquistate (o trapiantate da poco). Rinvasare in primavera quando il beniamino non sembra avere più una crescita regolare. Usare un composto a base di argilla o torba. Questa specie non ama essere spostata, e può perdere molte foglie prima di adattarsi. I problemi sono il ragnetto rosso e la cocciniglia.

La potatura: deve essere eseguita in un periodo compreso tra marzo e settembre, quando le temperature sono miti, per non aggiungere stress alla pianta. La potatura del ficusbenjamin non presenta difficoltà di esecuzione. L’unico inconveniente è dato dal gocciolamento di lattice biancastro e vischioso dai punti di taglio. Eseguire la potatura con adeguati pianti e stendere al di sotto del vaso teli o cartoni per raccogliere quanto gocciolato.
Va sempre tenuto presente che i tagli devono solo ridimensionare la chioma senza alterare in modo significativo la forma.

Moltiplicazione: luglio è il momento giusto per moltiplicare i ficus, operazione che si fa per margotta aerea o per talea, e va bene sia per il ficus elastica e ficus benjamina, sia per i filodendri e mastera. Nel primo caso pratichiamo un’incisione nel fusto di 2 centimetri e asportiamo la corteccia. Applichiamo nel punto del muschio umido e copriamo con un sacchetto da legare all’estremità con del nastro adesivo. Collochiamo la pianta a mezzombra. Quando radica tagliamo al di sotto delle radici e trapiantiamo.
Per talea: tagliare dei pezzi di ramo di 15/20 centimetri, ed eliminare le foglie tranne quelle più in alto; arrotondiamo e fermiamo con un elastico affinchè rimanga eretto; mettere la talea in torba e sabbia al 5%, irrigare e coprire con un sacchetto per mantenere alta l’umidità ed evitare la disidratazione.

Consigli di fine estate: potarlo per dargli forma. Dal mese di settembre e per tutto il mese di ottobre è possibile effettuare la potatura di formazione e di contenimento del ficus beniamino. Questa pianta infatti cresce velocemente e per mantenerla folta e compatta ha la necessità di essere sottoposta a qualche intervento. Una potatura costante permette di ottenere piante sane, compatte e di variare la forma, trasformandolo ad esempio in una pianta cilindrica o alberello.