Pachira, elegante pianta dal fusto intrecciato

Cura e consigli per la pachira

La pachira è una pianta da interni, sempre verde, non particolarmente delicata, da collocare in casa durante la stagione fredda, in posizione molto luminosa ma schermata (infatti non deve ricevere i raggi diretti del sole, che possono determinare scottature sulle foglie). La specie più conosciuta è la pachira acquatica (bombax glabra o castagna della Guyana). Ha foglie grandi, lucide, con fiori bianco-cremisi che fioriscono in estate. Ma la sua caratteristica più distintiva è il tronco intrecciato.

Condizioni ideali. Durante l’estate è bene portarla all’aperto, in posizione di mezz’ombra. Nei luoghi di origine del centro america e del Brasile può sopportare – per brevi periodi – temperature basse (circa 7(10 gradi), perdendo molte foglie. In appartamento non si deve scendere al di sotto dei 14/16 gradi al fine di evitare la caduta anche consistente delle foglie.
Per un rigoglioso sviluppo la temperatura deve essere mantenuta sempre tra i 20 e i 22 gradi. La pachira richiede irrigazione costante, anche se non abbondante. Nei mesi più caldi il terriccio deve essere mantenuto umido nei primi 4/5 cm. Eliminare sempre l’acqua che ristagna nel sottovaso perchè causa marciumi radicali. In autunno e inverno le irrigazioni vanno ridotte di circa il 50%. In casa, spruzzare acqua sulle foglie sia in estate, sia durante il periodo in cui funziona il riscaldamento. Il terriccio deve essere moderatamente fertile, ben drenato, con un PH leggermente acido.

La pianta ogni 4/5 anni – se sviluppa in modo rigoglioso – richiede un nuovo rinvaso, da farsi in primavera, utilizzando un vaso capiente, più fondo che largo.

Concimazione. Somministrare fertilizzante specifico per piante verdi da interno, a base di azoto, 2/3 volte da inizio primavera a metà estate. Nel caso di un ingiallimento fogliare, è consigliato somministrare (meglio in primavera) un nutrimento a base di aminoacidi e solfato di ferro. Non concimare mai in inverno e durante i periodi più caldi dell’anno.

L’accorciamento dei ciuffi terminali è necessario se la pianta raggiunge uno sviluppo non più compatibile con le dimensioni dell’ambiente. Questa va eseguita in tarda primavera o inizio estate: nei punti di taglio si sviluppano nuovi germogli che, dopo alcuni anni, andranno cimati.

Malattie e problemi. Se sulla parte inferiore delle foglie compaiono delle macchie può significare che la pianta è stata attaccata dalla cocciniglia farinosa. Per identificarle potete provare ad utilizzare una lente di ingrandimento. Vengono via anche a mano, ma ovviamente è meglio dare un prodotto insetticida specifico. Se invece siamo in presenza di foglie che cominciano ad ingiallire o che si accartocciano allora potrebbe trattarsi di un attacco da parte del ragnetto rosso: controllare la presenza di micro ragnatele. Anche in questo caso si combatte con un prodotto specifico acaricida.

La magnolia: cure e consigli

La magnolia, a seconda di come viene coltivata, può assumere un aspetto cespuglioso più o meno compatto oppure diventare albero, a seconda del tipo di potatura.

Condizioni ideali. Dobbiamo piantarla in un terreno profondo che trattenga umidità, evitare terreni dove ci siano lunghi ristagni di acqua che possano provocare marciumi. Questa pianta preferisce terreno tipo quello di bosco, un po’ acido, come quello delle azalee e dei rododendri.

Quando piantarla. Il periodo migliore per piantarla va da ottobre a febbraio, evitando le settimane più fredde.

E’ una pianta rustica, che non ha bisogno di particolari cure: solo nei primi 2/3 anni dopo il trapianto dobbiamo tenere ben annaffiato il terreno. Se l’estate è calda e secca anche per le piante adulte è consigliabile un’abbondante annaffiatura almeno una volta alla settimana. Sempre durante i primi anni, una concimazione sul finire del mese di marzo darà alla pianta tutte le sostanze necessarie per una bella fioritura, utilizzando un fertilizzante naturale come il letame maturo o il prodotto del compostaggio e un concime organico tipo Compo, arricchito con farina di osso e cornunghia.

Se si ammala. La primavera e l’estate sono calde e secche, e la magnolia può essere colpita da alcuni parassiti: sono terribili le cocciniglie, piccoli insetti a forma di scudetto che si localizzano sulla pagina inferiore delle foglie e possono formare vaste colonie che succhiano la linfa e indeboliscono velocemente il ramo. Bisogna intervenire il più rapidamente possibile con un prodotto specifico spruzzando sulle zone colpite e ripetendo il trattamento dopo 10 giorni per essere sicuri del risultato. Se invece la stagione si presenta umida sono molto frequenti invece gli attacchi di oidio. Questa malattia si manifesta con delle macchie polverose bianche (mal bianco), soprattutto sulle foglie più giovani. L’utilizzo di un anticrittogamico è fondamentale per preservare la pianta dal proliferare di questa malattia fungina.

Aloe vera: coltivazione e proprietà benefiche

Aloe: genere di circa 270 specie di piante perenni, originarie del sud africa, coltivate principalmente per le loro rosette di foglie succulente utilizzate a scopi terapeutici. Il nome deriva probabilmente dalla lingua araba, e significa amaro per via del sapore del suo succo. E’ una pianta erbacea, che arriva ad un metro di altezza. A prima vista questa pianta può assomigliare alle agavi, ma a differenza di queste non muore dopo la fioritura. Inoltre, le agavi non hanno foglie succulente. Le foglie presentano delle piccole spine ai lati. L’aloe fiorisce in primavera e in estate. Fa parte della famiglia delle liliacee (che comprende anche gli asparagi, l’aglio, la cipolla, il porro). Sotto la prima membrana delle foglie si trova l’aloina. Ancora più all’interno si trova il gel incolore (perenchema acquifero), ricercato per le sue molteplici proprietà benefiche.

Tecnica colturale

Posizione: il suo habitat naturale sono le zone di mare. Predilige climi caldi e secchi. Non ha particolari esigenze di terreno (un terriccio universale mischiato a sabbia va già bene). La temperatura minima invernale che queste piante sopportano è di 5 gradi centigradi. Nell’Italia meridionale le piante di questo genere possono essere coltivate all’aperto, mentre al centro e al nord devono essere tenute al riparo almeno nei mesi invernali, perciò si coltivano, secondo le dimensioni, in vasi di diametro variabile da 8 a 30 centimetri. In appartamento si tengono quindi in vaso, in luoghi protetti. Durante la stagione estiva si mettono all’aperto, in posizione soleggiata.
Annaffiature: quando fa molto caldo si annaffiano abbondantemente, ma evitare assolutamente i ristagni di acqua. Nella stagione invernale la composta (substrato) va mantenuta leggermente umida (anche qui senza esagerare). Comunque è una pianta che riesce a resistere nei periodi di siccità. Quindi meglio essere parsimoniosi nel tenere umido il terreno piuttosto che creare ristagni. Durante l’annaffiatura fare attenzione a non bagnare l’interno delle foglie: bisogna bagnare il terriccio alla base del colletto.
Concimazioni: nella bella stagione si devono fare frequenti concimazioni liquide: ogni 15/20 giorni aggiungere 1 grammo per decalitro di concime ternario. Si rinvasa ogni anno in aprile.
Malattie: le piante di aloe possono essere infestate da cocciniglie cotonose sulle foglie, e in alcuni casi anche sulle radici (sotto il colletto). Si curano con appositi anticoccidici.
Riproduzione: è una pianta autosterile (i fiori maschili e femminili non si incrociano tra loro), necessita di impollinazione incrociata.

Vantaggi dell’aloe

Questa pianta ha molteplici applicazioni. Tenerla in casa, ad esempio, purifica l’aria, come descritto nell’articolo sulle piante antifumo. Se invece andiamo ad estrarre il succo dal gel contenuto all’interno, abbiamo a disposizione un concentrato dalle proprietà antinfiammatorie, immunostimolanti e depurative. L’estratto di aloe infatti combatte l’intestino pigro, la stitichezza e la diarrea riequilibrando il ph e la flora batterica intestinale. E’ anche di aiuto contro i bruciori di stomaco, gastrite e colite (crea una sorta di film protettivo lungo l’apparato digerente). E’ anche utilizzata per le sue capacità di cicatrizzazione delle ferite (aumenta la rigenerazione cellulare). Con il suo utilizzo si riscontra anche una miglior protezione in caso di infezioni virali (raffreddore, herpes bronchite) e un aumento delle risposte immunitarie (contro agenti infettivi, tossine, e anche in pazienti affetti da tumore e leucemia). Infine, il gel di aloe, è di aiuto anche in caso di reumatismi, artrite e dolori articolari. Ed è un ottimo rimedio in caso di punture di insetto, irritazioni, abrasioni cutanee.

Cure fai da te a base di aloe vera

Esistono moltissimi prodotti in commercio, quali creme, medicinali, cosmetici, alimentari, in grado di apportare al nostro organismo le benefiche proprietà appena elencate, che potrete facilmente trovare in farmacia ed erboristeria. Ecco invece qualche suggerimento per il fai da te. Premessa: la parte interessante non è l’aloina (che è amarognola), bensì il gel all’interno della pianta. Per estrarre il succo di aloe correttamente dobbiamo seguire questi passaggi: pulire le foglie (basta un panno umido); eliminare le spine dei bordi; sbucciarle fino ad arrivare alla parte centrale; spremere il filetto. Ricordarsi di fare l’operazione di estrazione appena staccate le foglie e in un ambiente buio (la luce provoca ossidazione e conseguente annullamento di alcuni principi attivi). Utilizzo: si può utilizzare l’estratto diluendone 2 cucchiai in succo di frutta, e assumendolo al mattino presto (appena svegliati) e/o la sera prima di coricarsi (lontano dai pasti). Ascoltare il proprio corpo ed aggiustare il dosaggio, senza esagerare. Buona depurazione.

Solanum, ciliegio d’inverno

E’ una bella pianta rustica, che cresce in casa ma anche all’aperto, e che posta nelle condizioni ambientali adeguate è perenne (ma se tenuta male dura poco). I solanum richiedono una posizione molto luminosa: anche il sole diretto non li danneggia, ma nei mesi invernali è preferibile sistemarli su una scala con vetrata o una veranda a vetri. Nella buona stagione si possono collocare all’esterno, al riparo di un portico che li protegga dal sole forte. Al nord, spostare la pianta all’esterno da maggio fino a fine settembre. Al sud la pianta può restare all’aperto per tutto l’anno. In ogni caso il solanum richiede locali con un buon ricambio di aria (ma teme correnti e venti freddi).

Coltivazione: bagnare con regolarità senza mai lasciar seccare del tutto il terriccio, e senza mai inzupparlo d’acqua. La frequenza ottimale è due volte alla settimana in estate, o tre in caso di elevate temperature, e una ogni due settimane in inverno. Utilizzare un terriccio da fiori con l’aggiunta di un 1/4 di torba. Rinvasare ogni anno dopo la cascata dei frutti, sostituendo tutto il terriccio, addizionando quello nuovo con un cucchiaio da tavola di fertilizzante a lenta cessione. Sul fondo del vaso disporre un pugno di ghiaia per migliorare il drenaggio, ed evitare i ristagni e nell’occasione potare la pianta accorciando i fusti a metà della loro lunghezza, crando una forma compatta. In autunno, con la stessa finalità, operare una cimatura degli steli non fruttiferi che tendono ad allungarsi. Dopo il rinvaso ogni 15 o anche 20 giorni somministrare un prodotto liquido per piante da fiore, fino all’inizio del mese di ottobre.

Evitare di consumare le bacche che produce la pianta, perchè velenose. Tenere la pianta lontano dai bambini e dai cani. Non confondere con le bacche del peperoncino, che invece sono commestibili.

Peperomia metallica, pianta d’appartamento

E’ una delle numerose varietà appartenenti alla specie delle peperomie che possono essere coltivate in appartamento. Tra tutte, la peperomia metallica risulta molto interessante per le sue dimensioni minute. Le foglie, raggruppate tutte insieme sugli steli, sono di colore verde sfumato di rosso, particolarità che da alla pianta l’aspetto metallico da cui deriva il nome, e sono caratterizzate sulla parte superiore da una venatura centrale verde argento, e nella parte inferiore un colore rosa pallido con venature rosse abbastanza resistente, facile da curare e con crescita lenta.

Condizioni ideale
: la temperatura ottimale specialmente nel periodo dello sviluppo è di 20/24°. La pianta può sopravvivere fino a una minima di 13/14°. Ha bisogno di una buona illuminazione indiretta. In estate tenere al riparo dal sole diretto. Le foglie hanno un aspetto robusto, ma non resistono ai raggi troppo forti. Andrebbe bene una zona ombreggiata.

Cura: Bagnare accuratamente in estate; in inverno mantenere quasi asciutto, bagnando quel poco che basti per non far seccare le foglie. Un’atmosfera umida è molto importante per la buona crescita. La peperomia metallica deve essere irrorata con un vaporizzatore nel periodo dello sviluppo.
Le piante adulte possono essere concimate ogni 3 mesi nel periodo della crescita con un buon fertilizzante per piante da interni diluito a metà dose. Rinvasare in primavera le piante costrette in vasi diventati troppo piccoli, prima che inizi il periodo dello sviluppo in un terriccio a base di terra grassa. Nel periodo dello sviluppo, sistemare una foglia con il relativo stelo, in un bicchiere pieno di acqua. Quando compaiono le radici interrare la talea. La perdita delle foglie in inverno, indica che la temperatura dove la pianta viene mantenuta è troppo bassa oppure che è troppo basso il livello di umidità.

Quando e come moltiplicarla: maggio/inizio giugno è il periodo migliore per moltiplicare le piante d’appartamento. E’ il momento in cui la linfa delle piante circola con vigore. Può essere riprodotta per talea o propaggine, i metodi più facili e rapidi. Con l’estate oramai prossima e le temperature miti rappresentano infatti le condizioni migliori per l’attecchimento. Benchè si possa effettuare una talea in ogni periodo dell’anno, il momento più indicato è la primavera, il radicamento della talea avverrà più velocemente. La propaggine è una tecnica di moltiplicazione delle piante utilizzate in alternativa alla talea: si opera incurvando verso il terreno il ramo prescelto e sotterrandolo per un buon tratto con terriccio fresco e leggero. Dopo un lasso di tempo variabile, separare il ramo dalla pianta madre e trapiantarlo nel luogo prescelto.