Pitosforo, ideale per la siepe

I generi pitosforum appartengono a circa 200 specie sempre verdi. E’ ornamentale, arbustivo, ha foglie alterne e i fiori sono campulati o tubolosi. Spesso il pitosforo ha un gradevole profumo. La specie più diffusa è il pittosporum tabira, originario del Giappone e della Cina. Arbusto o piccolo albero, adatto per le zone a clima mite. Pittosporum nigricans semirustico; la varietà Variegatum ha foglie screziate d’argento; il Pittosforo tenutalium ha foglie verde chiaro. Tra le altre specie, il pittosforo crassifolium e il pittosforo daltì. E’ opportuno nelle zone più fredde una pacciatura con paglia, foglie e altro materiale. Clima e resistenza al freddo: sono in genere rustici, resistono fino a 10 gradi i semirustici (necessitano di una temperatura minima invernale di 5-7 gradi). La temperatura ottimale è 14-16 gradi.

Da aprile a luglio porta fiori giallo-crema. Le piante vanno messe a dimora a fine aprile o in maggio. Preferisce un terreno fertile e ben drenato. Si adatta anche a terreni sabbiosi. La distanza da tenere tra una siepe e l’altra è di circa 50 centimetri.

Potatura: le piante giovani di pitosforo vanno cimate un paio di volte per ottenere una ramificazione migliore. Vanno potate regolarmente invece le piante da siepe, anche più volte l’anno. La potatura consiste nello spuntare i nuovi germogli all’altezza necessaria per riportare le piante ad una forma regolare. I tagli vanno fatti poco al di sopra di una gemma, possibilmente rivolta all’esterno. In giugno si dovrà fare una seconda spuntatura. Se il pitosforo viene trascurato e lasciato crescere liberamente, nel tempo tenderà a svuotarsi verso la base. Per rimediare bisogna intervenire con un taglio deciso, sempre all’inizio della primavera. Tutta la chioma va abbassata a metà della sua altezza. Per reazione le piante produrranno nuovi getti sottostanti al taglio. Quando potare? Le piante giovani vanno cimate un paio di volte per ottenere una ramificazione migliore. Vanno potate regolarmente le piante da siepe più volte l’anno, visto che sopportano la potatura, che va eseguita a fine inverno nelle zone a clima freddo, e a fine estate in quello temperato.

Il pitosforo è un arbusto ideale da usare anche in terrazzo per creare siepi schermanti. Annaffiature: in piena terra è necessario solo per le piante giovani, dopo la messa a dimora. Le piante adulte sopportano bene la siccità. Per le piante in vaso bisogna mantenere sempre umido il terreno.

Malattie: gli afidi neri attaccano i germogli, vanno combattuti con aficidi. Le cocciniglie si possono insediare sulle foglie, e provocano ingiallimenti fino alla caduta. Si possono sviluppare le fumaggini, da combattere con prodotti anticoccidici. Come combattere la cocciniglia: Il pitosforo è facilmente soggetto ad attacchi di cocciniglia e afidi, che attaccano succhiando la linfa, provocando disseccamento fogliare, oppure malattie fungine. Per controllarli è bene ricorrere ai metodi naturali: staccare i suddetti della cocciniglia uno ad uno, con le mani, utilizzando guanti o straccio imbevuto di alcool. Attenzione a non rovinare la corteccia. Lavare le parti colpite utilizzando acqua con qualche goccia di sapone per stoviglie, che scioglie la melata presente nella pianta. Lasciandola, potrebbe costituire substrato per fumaggini. In alternativa si può ricorrere ai prodotti chimici: per la cocciniglia si tratta con anticoccicidi a base di oli minerali; contro gli afidi si usano specifici a base di piretro. Eliminare le parti più colpite.

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Riproduzione: si effettua per talea. Si possono anche prelevare dai rami laterali semimaturi delle talee lunghe 8-10 centimetri, con una porzione del ramo portante. Si piantano in cassone da moltiplicazione, alla temperatura di 16-18 gradi. Quando hanno radicato le talee si piantano in vasi di 8 centimetri, con la composta da vaso john innes n.2 e si fanno svernare in cassone o in serra, al riparo dal gelo. Le specie a crescita rapida, come il pittosforo tenuifolium, si piantano all’aperto alla fine di aprile o nel mese di maggio dell’anno successivo. Le altre specie si invasano in contenitori di 10/15 centimetri e si interrano in letto freddo. Si mettono all’aperto nel maggio succcessivo. La moltiplicazione: si separano i semi dalla sostanza vischiosa che li avvolge, sfregandoli con sabbia asciutta. Si semina in marzo, nella composta da semi john innes, in cassone freddo. Successivamente le piantine si rippicchiettano in vasi di 8 centimetri riempiti sempre con la composta n.2. Dopo un anno si rinvasano, in contenitori di 10/15 centimetri, si coltivano in cassone freddo per 2-3 anni, prima di metterli a dimora, in aprile/maggio.

 

Il garofano d’India

Questa pianta è facile da curare, è annuale, folta e compatta, adatta per le bordure e per le aiuole. Produce numerosi capolini di molti colori per tutta l’estate. Esistono molte varietà tra cui scegliere: ci sono piante alte fino a 35 centimetri, e altre nane (15 cm), con capolini semplici e doppi, di colori dal giallo dorato al mogano carico. Quasi tutti iniziano a fiorire dopo solo 6 settimane dalla semina, e si sviluppano in cespugli compatti.

Usate il garofano d’india per contenitori grandi, cassette da davanzale o panieri pensili. Questi esemplari non temono il gelo, sopportano il pieno solo e gradiscono la mezz’ombra. Le piante coltivate in contenitori hanno bisogno di abbondanti bagnature dopo essere state piantate. Bagnate nuovamente solo quando la terra è quasi asciutta. Le piante adulte possono richiedere molta acqua in piena estate. Se vengono bagnate poco il fogliame appassisce rapidamente.

Edera per balcone

edera Edera per balconeQuesto periodo è anche il momento di decorare il balcone con una pianta di edera. Acquistatela ora: è la pianta ideale da mettere sul balcone perchè non perde mai le foglie. E’ forte, si adatta ai climi e alle esposizioni più differenti, e cresce velocemente. In balcone o in terrazza si può tappezzare di verde un muro ma anche ricadere da un vaso a cassetta. Si accontenta di poca terra ma più grande è il vaso e meglio crescerà. Se per esempio quando si compra la pianta si trova in un vaso di 18/20 centimetri di diametro potete tranquillamente travasarla in uno largo di circa 35 centimetri.

Innaffiature: è meglio lasciare sempre asciugare il terriccio prima di bagnarlo di nuovo. Le edere non sono grandi bevitrici. Se la pianta si sviluppa troppo e la volete reinfoltire basta tagliare le estremità dei rami. In commercio vi sono tante varietà di edera: la edera duckfoot dalle foglie piccole e molto incise; la goldengate, dalle foglie variegate di giallo; la little diamond, dalle foglie piccol, bianche e verdi; la colicò dalle foglie variegate in bianco, verde e in autunno rosa; e delle altre dalle foglie verdi con venature grigie.

Ellebori, fiori in inverno

Se mettiamo a dimora alcune piante di helleborus niger potremo godere di una terrazza sempreverde e una continua fioritura durante l’inverno.

Cura e mantenimento: queste piante  non hanno grandi pretese, non necessitano di un ambiente particolarmente soleggiato, stanno bene anche all’ombra e richiedono un terreno fertile, ben drenato, neutro o leggermente alcalino. Nelle regioni con inverni molto rigidi può essere opportuno proteggere i boccioli dell’Helleborus niger con dei fogli trasparenti.

Gennaio è il mese degli ellebori, che non temono il freddo. Facili da coltivare, incuranti del freddo o della neve, in procinto di fiorire in questi giorni. Le corolle variano dal colore bianco al verde acido, dal rosa al viola. Decorano il terrazzo quando non c’è nulla di fiorito. Per la coltivazione in vaso bisogna usare contenitori profondi perchè le radici di queste piante sono lunghe. Vanno tenuti a mezz’ombra e riparati dal vento. La loro bellezza si dissolve in privamera inoltrata: cadono i fiori ma rimangono le foglie. L’inverno successivo rinasceranno.

Non temono il freddo ma non amano i trapianti e gli spostamenti. Se lasciati indisturbati tendono a riprodursi facilmente. I fiori sono grandi e vistosi. Se abbiamo coltivato degli ellebori sul balcone possiamo utilizzarli per creare un bel centro tavola perchè resistono a lungo una volta recisi.

Consigli: immergiamo una spugna in acqua a cui abbiamo aggiunto una bustina per fiori recisi e lasciamola inzuppare bene. In una ciotola di 15/20 cm di diametro sistemiamo la spugna, inseriamo dei rametti di agrifoglio facile da trovare nei giardini, qualche spiga di campo e gli ellebori: costo zero e affetto assicurato!

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Consigli di dicembre per helleborus (la rosa di Natale): Sboccia adesso: è una pianta tanto bella nelle sue fioriture precoci, quanto tossica (sia nelle radici, sia nel rizoma). E’ più prudente lavarsi sempre le mani dopo averla toccata.

Le cure invernali: gli ellebori amano terreni profondi e ricchi di humus, con un buon PH alcalino, a cui è opportuno aggiungere sali minerali in autunno mediante l’apporto di letame o di concime in granuli. Nonostante siano piante che amano l’umidità (e ne hanno bisogno per svilupparsi), nel periodo invernale bisogna sempre fare attenzione che il terreno sia ben drenato pena il marciume del rizoma, e la conseguente morte della pianta. Se invece la stagione è asciutta, bisognerà avere cura di mantenere artificialmente l’umidità. Un buon sistema è utilizzare una ricca pacciamatura, realizzata con materiali organici come la corteccia, l’erba essiccata o la paglia. Questo sistema arricchirà il terreno e manterrà costante l’umidità.

Il Solanum, pianta perenne colorata in inverno

Il solanum capsicastrum è una pianta molto comune, indicata per rallegrare la casa nella stagione invernale. Questa è una delle due specie di solanum, che si trovano normalmente in commercio. Il solanum pseudocaspicum è invece più robusto, ma tutte e due richiedono le stesse condizioni di crescita e hanno un aspetto simile, salvo il frutto, di forma più ovale di quello del solanum classico. Fra le specie coltivate disponibili alcune hanno un aspetto più compatto di altre, ma in ogni caso le bacche sono velenose. Sono piante perenni, e vengono normalmente riprodotte ogni anno dai semi. Le foglie sono di un verde scuro e mettono in risalto i colori brillanti dei frutti che vanno dal giallo, all’arancione, al rosso. Se la pianta non viene tenuta eccessivamente riscaldato dura a lungo. Di solito si acquista durante l’inverno quando è carica di bacche rosse, e viene scartata quando queste ultime cadono, ma è possibile lasciare crescere la pianta durante l’estate in modo che produca i piccoli fiori bianchi a stella che diventano in seguito bacche nel corso dell’inverno successivo.

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Già dalla fine di luglio si possono moltiplicare per talee i solanum rampicanti, il solanum crispum a fiore azzurro/porpora, il solanum jasminoides, a fiore bianco: si prendono i germogli laterali dai rami principali e si mettono in un terriccio composto da torba e sabbia, posizionando le talee in un luogo luminoso ma non esposto al sole diretto, e si attende che emettano le radici. In poco tempo si possono piantare lungo i muri del balcone oppure del terrazzo. Queste piante sono originarie del sud america e si coltivano in terreni senza ristagni, in posizioni riparate, e già al momento dell’impianto vanno sostenute con graticci o altri supporti. Al nord vanno protetti in inverno.