Il leccio

leccio Il leccio

Leccio secolare (el comune di Tergu)

E’ un albero sempreverde che arriva ad un’altezza anche di 20-25 metri. Può assumere aspetto cespuglioso qualora cresca in ambienti rupestri. Parliamo del leccio prendendo spunto da una domanda che ci avete inviato:

ho un leccio di circa 20 anni mi sta seccando vicino c’e’ un albero di mimosa e una palma

Il leccio è di coltivazione facile. L’esposizione: in pieno sole o a mezz’ombra (non penso che l’albero di mimosa o la palma gli faccia ombra a meno che i rami non gli vadano addosso).
La forma naturale è tanto bella, quindi questa pianta non necessita di alcun intervento di potatura. Eliminare i rami secchi o danneggiati e i palloni che si formano alla base delle piante.
E’ una pianta notevolmente resistente a malattie e parassiti. Macchie fogliari possono essere provocate da un fungo. Raramente però gli attacchi sono talmente gravi da richiedere trattamenti. Tra i parassiti animali gli acari (eriofidi) o la cecidomia (una piccola larva) possono causare rigonfiamenti fogliari, come pure la filossera, che provoca invece la comparsa di macchie necrotiche sempre sulle foglie.
Anche per tutti questi parassiti animali si ricorre a trattamenti antiparassitari, solo nella fase giovanile della pianta. Controllare bene, facendoti aiutare da un esperto.

La Robinia, arbusto a crescita veloce. Consigli di giardinaggio per le specie di robinia

E’ un arbusto che arriva anche fino a 25 metri di altezza. E’ una pianta a crescita veloce. Ha inoltre un apparato radicale molto sviluppato, e pertanto viene spesso utilizzata contro le frane, per stabilizzare colline e scarpate. E’ una pianta che arricchisce il terreno, ed è anche bella per i suoi frutti leguminosi.

La robinia pseudoacacia (falsa acacia) è sicuramente la più diffusa, con i fiori bianco/crema, che sbocciano in maggio/giugno.

robinia_pseudoacacia La Robinia, arbusto a crescita veloce. Consigli di giardinaggio per le specie di robinia

Se l’albero  se ha i fiori lilla e sboccia in giugno è la robinia kelseyi:

robinia_kelseyi La Robinia, arbusto a crescita veloce. Consigli di giardinaggio per le specie di robinia

Poi c’è la robinia hyspida con fiori rosa:

robinia_hyspida La Robinia, arbusto a crescita veloce. Consigli di giardinaggio per le specie di robinia

Comunque la coltivazione è uguale: esposizione in pieno sole anche se si adatta all’ombra parziale. Sono piante molto resistenti, non hanno particolari esigenze per quanto riguarda il terreno preferendo quelli freschi, ben drenati, a reazione neutra o leggermente acida. La loro resistenza al calcare non è particolarmente elevata e, in caso di terreno calcareo, è bene incorporarvi 3/5 kg di solfato di ferro per metro quadro.
Le robinie sono soggette ad attacchi di funghi che provocano la carie del legno: le parti colpite vanno asportate o, in casi più gravi, le piante vanno eliminate. Nel caso di terreni eccessivamente calcarei può verificarsi la comparsa della clorosi ferrica (le foglie diventano gialle e poi seccano) e la crescita non è molto vigorosa. Incorporare nel terreno solfato di ferro come indicato in coltivazione.

Ulivo, la pianta mediterranea per eccellenza – Consigli per l’ulivo

Nome scientifico: olea. Famiglia: oleaceae. L’olivo è una pianta arborea tipica delle regioni a clima mite e coltivata in tutti i paesi del bacino del mediterraneo. In Italia è diffuso nelle zone temperato/calde del centro e del meridione. Il prodotto è costituito dalle olive, che sono utilizzate per la fabbricazione dell’olio o per il consumo diretto. Nel secondo caso vengono sottoposte a particolari trattamenti per render le olive commestibili.
L’ulivo raggiunge un’altezza fino a 20 metri, diametro della chioma fino a 6-12 metri. E’ una pianta sempreverde, a crescita molto lenta e molto longeva, infatti può vivere per centinaia di anni. L’ulivo è una pianta soggetta all’alternanza di produzione, per cui si devono effettuare tutti gli interventi necessari a limitare questo fenomeno. Le varieta coltivate in Italia sono numerosissime, e possono essere distinte in due gruppi: olive da tavola e olive da olio.
Tra le varietà del primo gruppo si ricordano le “ascolane”, la “bella di spagna”, la cerignata, irana, liccina, santa caterina, uovo di piccione. Fra le varietà da olio si citano: coratina, frantoio, vermino, pendolino. Le radici sono superficiali, ma molto sviluppate. I rami giovani sono verdi, flessibili, le foglie sono laceolate, cuoiose, grigio verdi. I fiori riuniti a pannocchia, sbocciano all’ascella delle foglie, sui rami di un anno: sono bianchi con 4 petali, la fioritura avviene da aprile a giugno. I frutti maturano, secondo le zone, dal mese di settembre all’inverno inoltrato. Sono drupe ovali, verdastre, rossastre, violacee o nerastre.

Nell’olivo l’impollinazione avviene per mezzo del vento, non tutti i fiori che si formano sulla pianta producono il frutto, infatti si ha una notevole caduta di fiori (cascata) nel periodo che segue la fecondazione. Effettuare una concimazione abbondante a base di letame e di fertilizzante minerali. Le piante si mettono a dimora a radice nuda o con le radici avvolte dal pane di terra.

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Potatura dell’ulivo: si alleva a forma naturale, cercando di evitare che la chioma diventi troppo densa. Per quanto riguarda la potatura di produzione si deve tenere presente che l’olivo non sopporta bene i tagli, per cui dato che la produzione avviene sui rami di un anno, ci si limita ad eliminare una parte dei rami che hanno fruttificato e diradare i rami giovani. L’olivo è una pianta molto longeva ma entra tardi in produzione: comincia a dare frutti dopo 15-20 anni secondo le forme di allevamento.

Parassiti: la cocciniglia grande dell’olivo infesta i rami e le foglie succhiando la linfa e provoca la formazione di sostanze zuccherine provocando uno sviluppo di fumaggine (la mosca dell’ulivo) allo stato di larve. Danneggia i frutti che marciscono e cadono precocemente.
Malattie: l’occhio di pavone dell’ulivo, che si manifesta con la formazione di macchie grigie rossastre al centro, che successivamente diventano brune con alone giallo. Le foglie cadono e la produzione di frutti è scarsa. La rogna dell’ulivo, caratterizzata dalla formazione sui rami di piccoli tumori, che successivamente ingrossano e determinano la morte del ramo. Se la malattia si diffonde su tutta la pianta questa può anche seccare completamente.